fbpx
MENU

Un vetraio a Trezzo sull’Adda

Logo Verdesalvia

Un vetraio a Trezzo sull’Adda

Che in queste zone si respirasse un’aria frizzante di creatività e di genio artistico e tecnico era già chiaro quando lungo i sentieri boschivi dell’Adda vi camminava Leonardo da Vinci.

Per molti anni egli visse qui e passeggiò lungo questo tratto di fiume, che risulta il più selvaggio e affascinante, da Paderno a Trezzo. Nel suo “Codice Atlantico” sono presenti molti disegni che raffigurano le rapide di questo fiume da cui prese ispirazione nel dipingere la “Vergine delle Rocce”.

E’ emozionante camminare lungo il percorso ciclo pedonale di questi splendido luogo e pensare che gli stessi passi siano stati fatti proprio da Leonardo. Inoltre, scorgere le tre rocce nel fiume che ritroviamo nel suo splendido dipinto ci catapulta immediatamente indietro nel tempo.

E’ ad Imbersago che Leonardo progettò e perfezionò il traghetto che ancora oggi fa la spola dalla sponda lecchese a quella bergamasca ed è in questi luoghi che egli studiò la soluzione per rendere navigabili le difficili acque dell’Adda nel tratto delle rapide tra Paderno e Cornate, inventando un sistema di chiuse. Chiuse che sono state iniziate nel 1591 e terminate nel 1777.

Che in queste zone si respirasse un’aria di spinta ingegneria lo si capisce dalle molteplici centrali idroelettriche che si incontrano lungo il percorso e dal bellissimo ponte San Michele, costruito nel 1899 dalle officine Savigliano su progetto di Rothlisberger. Il ponte è considerato ancora oggi un’opera ardita: realizzato totalmente in ferro, è lungo 266 metri e si eleva a 85 metri sopra il fiume. Tutta la struttura è chiodata, non fa uso di saldature e ha due livelli percorribili, uno ferroviario e l’altro stradale. Insomma, un capolavoro dell’ingegneria industriale italiana ottocentesca.

Che in queste zone si respirasse un’aria di vivace e lungimirante imprenditorialità era già chiaro quando in questi luoghi l’illuminato imprenditore Crespi fondò il suo cotonificio e attorno ad esso creò un villaggio per i suoi operai, unico nel suo genere, nonché patrimonio dell’Unesco dal 1995. La famiglia Crespi decise di dar vita ad una moderna “città ideale del lavoro” dove, animato da una forte spinta filantropica, il padrone benevolo potesse prendersi cura dei suoi operai e delle loro famiglie, provvedendo a soddisfarne tutte le esigenze: scuola, ospedale, chiesa, dopolavoro, teatro, bagni pubblici, spacci alimentari e negozi di vestiario.

Quindi, che Verde Salvia Home per realizzare i propri prodotti, attingesse proprio da questa area geografica così attiva e piena di storia, arte, scienza e natura era d’obbligo: qui, in una bottega di Trezzo sull’Adda, in cui tre gradini verso il basso introducono in una bottega d’altri tempi, troviamo infatti il nostro magnifico vetraio Stefano!

Lungo il tragitto che conduce alla bottega, percorrendo le strette strade del paese, si respira l’aria dell’Italia di una volta, dove è ancora possibile scorgere anziani signori che discutono tra loro al bar davanti ad un bicchiere di vino.

Inoltre, osservare Stefano mentre crea a mano splendidi manufatti e contemporaneamente parla del più e del meno con gli amici della zona che gli fanno visita, rende sempre il nostro soggiorno lì un momento piacevole e familiare.

In questo luogo non si percepiscono l’ansia della produzione o i ritmi forsennati delle catene industriali. Qui si gusta il sapore della tradizione, del godere del proprio lavoro, del piacere di risolvere i problemi del cliente, dell’amore per il bello e del fatto a mano.

Ogni pezzo delle nostre collezioni, anche se realizzato attingendo dallo stesso disegno, è da considerarsi unico, perché il soffio che lo alimenta e lo crea attraverso l’anima creativa di Stefano è sempre diverso.

Seguire i suoi gesti durante la creazione dei nostri prodotti è pura poesia. Stefano ha imparato l’arte di questo antico e prezioso mestiere dal padre e ha deciso di continuare la tradizione artigiana di famiglia.

E’ un onore per Verde Salvia Home proporre ai propri clienti manufatti nati da questa bottega di paese: alimentare queste piccole realtà sul territorio italiano è qualcosa che fa più bene a noi e alla nostra anima che agli artigiani stessi.